Søren Kierkegaard, filosofo danese dell’Ottocento, è considerato il padre dell’esistenzialismo. La sua riflessione nasce da una domanda che riguarda anche i giovani di oggi: come si può vivere una vita autentica?
Secondo Kierkegaard, ognuno di noi deve compiere delle scelte personali, senza nascondersi dietro quello che fanno “tutti gli altri”. Vivere seguendo la massa può sembrare più facile, ma porta a una vita superficiale. Per un adolescente moderno, questo significa non basare la propria identità solo sui trend, sull’approvazione dei social o sul bisogno di piacere a tutti.
Un altro concetto centrale è quello di angoscia. Kierkegaard non la vede come un difetto, ma come il segnale che siamo liberi: proviamo ansia perché possiamo scegliere, e le nostre decisioni hanno conseguenze. Imparare a convivere con questa sensazione aiuta a diventare più maturi e consapevoli.
Il filosofo descrive anche tre diversi “stadi” o stili di vita, che rappresentano altrettanti modi di affrontare l’esistenza:
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La vita estetica: è la ricerca del piacere, del divertimento e delle emozioni forti. È una fase che molti ragazzi conoscono: vivere il momento, sperimentare, evitare responsabilità. Kierkegaard però avverte che, se vissuta troppo a lungo, questa vita porta alla noia e al vuoto interiore.
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La vita etica: è il passaggio alla responsabilità. L’individuo inizia a fare scelte più consapevoli, a prendersi cura degli altri e a costruire progetti solidi. Per un giovane significa chiedersi: “Chi voglio diventare davvero?” e agire di conseguenza.
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La vita religiosa: è il livello più profondo, in cui si cerca un rapporto autentico con qualcosa di assoluto, per Kierkegaard con Dio. Anche chi non è credente può leggere questo stadio come la ricerca di un senso più grande della propria esistenza, di un valore che vada oltre il singolo individuo.
Infine, Kierkegaard invita ognuno a trovare un punto fermo nella propria vita – che sia la fede, un ideale o una missione – per non sentirsi perso di fronte alle difficoltà.
In sintesi, Kierkegaard insegna ai ragazzi di oggi che crescere significa avere il coraggio di essere se stessi, affrontare l’angoscia delle scelte e trovare un senso personale alla propria vita, passando da un’esistenza superficiale a una più profonda e consapevole.
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