Oggi molti giovani vivono in una realtà segnata da instabilità economica, emergenze ambientali, conflitti internazionali e rapidi mutamenti tecnologici. In questo scenario, il futuro appare spesso meno prevedibile e sicuro rispetto al passato. Ne derivano timori che spingono a privilegiare la protezione di sé rispetto a progetti di ampio respiro. La costruzione dell’identità diventa più fragile: i social network, se da un lato offrono possibilità di espressione, dall’altro accentuano il confronto costante con gli altri, generando ansia, senso di inadeguatezza e bisogno di approvazione immediata.
Tuttavia, non si può affermare che tutti i giovani siano ripiegati su sé stessi. Accanto a chi tende a difendersi e a “ridurre” le proprie aspettative, esistono gruppi e movimenti che continuano a credere nella possibilità di un impegno collettivo: basti pensare alle mobilitazioni per il clima, ai progetti di volontariato o alla ricerca di stili di vita più sostenibili. Questi esempi dimostrano che, pur in un mondo complesso, l’energia ideale non è scomparsa del tutto.
In conclusione, la descrizione di Lasch coglie una tendenza reale: la società contemporanea spinge molti a proteggersi, a essere prudenti e a limitare i propri sogni. Ma non mancano giovani che, invece di chiudersi in un “io minimo”, cercano di costruire insieme agli altri un futuro migliore, dimostrando che anche nei periodi di incertezza è possibile coltivare ideali e progetti di lungo periodo.