Nel suo saggio Il superuomo di massa, Umberto Eco analizza la figura dell’eroe nei romanzi popolari dell’Ottocento e del Novecento, come il Conte di Montecristo o il Corsaro Nero. Questi personaggi, pur non avendo nulla a che fare con il pensiero filosofico di Nietzsche, incarnano una forma di “superuomo” che agisce al di sopra delle regole comuni, vendica i torti subiti e ristabilisce l’ordine, spesso con metodi autoritari. Eco mostra come questi eroi siano costruiti per rassicurare il lettore, confermando le sue aspettative e offrendo una visione semplificata della giustizia.
Questa figura del “superuomo di massa” non è scomparsa: oggi la ritroviamo in molti modelli proposti dai media e dalla società. L’imprenditore di successo, il calciatore idolatrato, il palestrato tutto muscoli e poco cervello, il cosiddetto “maschio alfa” sono tutti esempi di personaggi che si impongono come vincenti, dominanti, spesso arroganti. Vengono ammirati non tanto per la loro profondità morale o intellettuale, ma per la loro capacità di primeggiare, di imporsi sugli altri e di apparire invincibili.
Questi “eroi” moderni sono molto diversi dall’Übermensch di Nietzsche. Il filosofo tedesco immaginava un uomo capace di superare la morale tradizionale, di creare nuovi valori e di vivere in modo autentico, libero da condizionamenti esterni. L’Übermensch non cerca il successo mondano, né il riconoscimento sociale, ma aspira a una forma superiore di esistenza, fondata sulla volontà di potenza intesa come forza creativa e spirituale.
Al contrario, il superuomo di massa è spesso un prodotto della cultura consumistica e dell’apparenza. Non crea valori, ma li ripete; non cerca la verità, ma il consenso. È un modello che rassicura, perché mostra che si può “vincere” senza cambiare davvero, senza mettere in discussione il sistema.
In conclusione, la figura del superuomo di massa continua a esercitare un forte fascino, ma è importante riconoscerne i limiti. Umberto Eco ci invita a guardare oltre la superficie, a capire che dietro questi miti si nascondono ideologie e illusioni. Solo così possiamo distinguere tra chi appare forte e chi lo è davvero, tra chi domina e chi invece cerca di migliorare se stesso e il mondo.