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mercoledì 5 novembre 2025

L’egemonia dei sentimenti nella società contemporanea: una forza distruttiva?

Introduzione

Negli ultimi decenni, la nostra società ha posto al centro della vita pubblica e privata le emozioni. Dai rapporti affettivi alla politica, dalla pubblicità ai social network, ciò che “sentiamo” sembra contare più di ciò che pensiamo o facciamo. Secondo la sociologa Eva Illouz, autrice di saggi come Modernità esplosiva e Perché l’amore fa soffrire, viviamo in una cultura che ha trasformato i sentimenti in merce, linguaggio, identità e misura del valore personale. Tuttavia, questa centralità del sentimento ha effetti collaterali. Non rende le persone più autentiche o più libere, ma spesso più fragili, confuse e incapaci di sostenere relazioni stabili.

Tesi

L’egemonia delle emozioni nella società contemporanea ha un potere distruttivo perché indebolisce la capacità di prendere decisioni razionali, rende le relazioni instabili e alimenta forme di narcisismo e dipendenza dal riconoscimento altrui.


Argomento 1: La razionalità è indebolita

Illouz sostiene che una parte fondamentale della modernità ha puntato sulla razionalità, sulla capacità di valutare, pianificare e costruire. Oggi, però, l’emotività ha preso il sopravvento.

  • La pubblicità ci dice di “seguire ciò che proviamo”.

  • I social ci mostrano che “se non lo senti, non vale”.

  • La cultura pop esalta l’idea che le emozioni siano sempre sincere e giuste.

Questo è falso. Le emozioni sono volatili, contraddittorie e spesso manipolate dall’esterno. Quando si decide sulla base dei sentimenti momentanei, si finisce per vivere in modo impulsivo, senza continuità, senza progettualità.

Conseguenza: decisioni instabili, carriera incerta, relazioni che si sfaldano al primo attrito.


Argomento 2: Le relazioni diventano precarie

Illouz mostra come l’amore, oggi, sia un territorio confuso. Ci viene chiesto di essere liberi, ma anche intensi, autentici, ma anche autosufficienti.
Risultato: le relazioni sono attraversate da ansia.

Esempi concreti:

  • Le coppie si formano e si sciolgono rapidamente.

  • Si pensa che “se un sentimento cala”, la relazione non valga più.

  • La sofferenza viene vissuta come segno di fallimento, non come parte normale della vita affettiva.

Come scrive anche Pascal Bruckner, viviamo in una “corsa all’euforia”, dove l’amore deve essere costantemente euforico. Questo rende le persone incapaci di confrontarsi con la fatica dell’altro, che è invece ciò che costruisce un legame adulto.


Argomento 3: Cresce il narcisismo affettivo

La cultura di Instagram e TikTok spinge a esibire emozioni e sentimenti per ottenere conferma sociale.
Non si sente: si mostra di sentire.

L’identità non nasce da ciò che si è, ma da come si appare agli altri.
Questo crea dipendenza dal giudizio esterno e insicurezza cronica.

Riferimento utile: il sociologo Christopher Lasch parlava già nel 1979 di “cultura del narcisismo”: l’individuo non vive per realizzarsi, ma per essere guardato.


Contro-argomentazione

Potrebbe sembrare che valorizzare le emozioni sia positivo: permette di esprimersi, di abbattere tabù, di combattere l’educazione repressiva. È vero.
Il problema però è che la liberazione emotiva è diventata ideologia, non equilibrio.
Non insegniamo più a riconoscere e regolare le emozioni.
Le lasciamo esplodere e poi ne subiamo le conseguenze.


Conclusione

La centralità assoluta delle emozioni non produce libertà, ma fragilità.
Non aiuta a conoscersi, ma a sentirsi costantemente insoddisfatti.
Per vivere relazioni e vite più solide serve recuperare qualcosa che oggi sembra quasi proibito: disciplina, responsabilità, continuità, e una certa distanza critica da ciò che si prova.

In altre parole, bisogna reimparare a sentire senza essere dominati dal sentire.

lunedì 21 luglio 2025

L’intelligenza artificiale può aiutare anche nei sentimenti?

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è entrata in molti aspetti della nostra vita quotidiana: ci suggerisce cosa guardare in TV, ci aiuta a tradurre lingue straniere, risponde alle nostre domande online. Ma oggi sta succedendo qualcosa di nuovo: alcune persone iniziano a usare l’IA anche per parlare d’amore, flirtare o chiedere consigli su relazioni sentimentali.

Secondo alcune ricerche, una persona su quattro negli Stati Uniti usa strumenti di IA per migliorare i propri messaggi sulle app di incontri. Tra i ragazzi della Generazione Z (cioè nati dopo il 1997), quasi la metà lo fa. Alcuni psicologi e giornalisti reagiscono in modo preoccupato, dicendo che questa tendenza sta “disumanizzando l’amore” e rende tutto troppo artificiale.

Io però non sono d’accordo con questa visione catastrofica. Penso che l’intelligenza artificiale sia solo uno strumento. Come ogni strumento, può essere usata bene o male. Se una persona timida riceve un piccolo aiuto per scrivere un messaggio carino, dov’è il problema? Se un ragazzo o una ragazza trova il coraggio di iniziare una conversazione con l’aiuto di un suggerimento, può essere un passo verso una relazione vera, non finta.

Inoltre, anche in passato le persone chiedevano aiuto per l’amore: agli amici, ai genitori, ai libri, perfino alle canzoni. L’IA non fa altro che continuare questa abitudine, ma in modo più veloce e accessibile. L’amore non nasce solo “spontaneamente”, ma anche grazie alle parole. E se le parole vengono migliorate da uno strumento, non significa che siano false.

È vero, però, che c’è un rischio: non bisogna mai sostituire completamente la propria voce con quella di una macchina. Se ci affidiamo troppo a questi strumenti, possiamo perdere la capacità di esprimerci con sincerità. L’IA non deve parlare al posto nostro, ma può parlare insieme a noi, come una specie di allenatore invisibile.

In conclusione, l’uso dell’IA nei sentimenti non è giusto o sbagliato in assoluto: dipende da come lo facciamo. Può essere un piccolo aiuto per superare la timidezza o imparare a comunicare meglio. Ma il cuore, le emozioni e le scelte restano sempre umane. E nessuna intelligenza artificiale potrà mai amare al posto nostro.