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domenica 27 luglio 2025

Il movimento “sex positive” e una nuova concezione della sessualità

Negli ultimi decenni il dibattito sulla sessualità ha conosciuto un’evoluzione significativa. Uno dei contributi più innovativi è rappresentato dal movimento sex positive, nato negli anni Settanta in ambito femminista e queer, che propone una visione più aperta e inclusiva del sesso.

Per secoli la cultura occidentale ha concepito la sessualità come qualcosa di strettamente legato alla procreazione e alla morale, limitandola all’interno di rapporti eterosessuali e monogami. In questo modello il piacere veniva spesso considerato secondario o addirittura colpevole. Il movimento sex positive rovescia questa prospettiva: afferma che il sesso non deve essere una “prestazione” da giudicare, ma un’esperienza umana complessa, fatta di emozioni, desideri e comunicazione.

Secondo questa visione, non esiste un unico modo giusto di vivere la sessualità. Non c’è un copione fisso da seguire: ogni persona può scoprire il proprio modo di provare piacere, purché nel rispetto di sé stessa e degli altri. Il consenso diventa un elemento centrale: un sì ha valore solo se è libero e può essere revocato in qualsiasi momento.

Un altro punto importante riguarda l’educazione sessuale. Nei paesi in cui viene proposta in modo completo e scientifico, non si parla solo di prevenzione e rischi, ma anche di relazioni, emozioni e rispetto reciproco. L’obiettivo non è imporre regole, ma fornire strumenti per conoscere il proprio corpo, comunicare con gli altri e prendere decisioni consapevoli.

Adottare un approccio sex positive significa anche contrastare gli stereotipi di genere e i pregiudizi verso chi vive la sessualità in modo diverso dalla norma. Non tutti desiderano relazioni monogame, non tutti si riconoscono nei ruoli maschio/femmina tradizionali, e non tutti provano lo stesso livello di desiderio. Accettare questa varietà aiuta a creare una società più rispettosa e meno giudicante.

In conclusione, il movimento sex positive non promuove un “tutto è permesso”, ma una sessualità più consapevole e libera dai tabù, in cui il piacere, il rispetto e la comunicazione sostituiscono l’idea di dover aderire a modelli prestabiliti. Per le giovani generazioni questo significa poter crescere con meno paura, meno senso di colpa e maggiore responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.

sabato 26 luglio 2025

"L' io minimo" e i giovani di oggi: identità, paure e ricerca di sicurezza in un mondo complesso

Negli anni Ottanta lo studioso americano Christopher Lasch introdusse il concetto di “io minimo” per descrivere un individuo che, in un contesto di incertezze e di crisi collettive, si concentra principalmente sulla propria sopravvivenza psicologica, rinunciando a grandi ambizioni e a ideali di cambiamento sociale. A distanza di decenni, questa analisi conserva una sorprendente attualità.

Oggi molti giovani vivono in una realtà segnata da instabilità economica, emergenze ambientali, conflitti internazionali e rapidi mutamenti tecnologici. In questo scenario, il futuro appare spesso meno prevedibile e sicuro rispetto al passato. Ne derivano timori che spingono a privilegiare la protezione di sé rispetto a progetti di ampio respiro. La costruzione dell’identità diventa più fragile: i social network, se da un lato offrono possibilità di espressione, dall’altro accentuano il confronto costante con gli altri, generando ansia, senso di inadeguatezza e bisogno di approvazione immediata.

Tuttavia, non si può affermare che tutti i giovani siano ripiegati su sé stessi. Accanto a chi tende a difendersi e a “ridurre” le proprie aspettative, esistono gruppi e movimenti che continuano a credere nella possibilità di un impegno collettivo: basti pensare alle mobilitazioni per il clima, ai progetti di volontariato o alla ricerca di stili di vita più sostenibili. Questi esempi dimostrano che, pur in un mondo complesso, l’energia ideale non è scomparsa del tutto.

In conclusione, la descrizione di Lasch coglie una tendenza reale: la società contemporanea spinge molti a proteggersi, a essere prudenti e a limitare i propri sogni. Ma non mancano giovani che, invece di chiudersi in un “io minimo”, cercano di costruire insieme agli altri un futuro migliore, dimostrando che anche nei periodi di incertezza è possibile coltivare ideali e progetti di lungo periodo.

domenica 14 gennaio 2024

Essere adolescenti nella società postnarcisistica

 In un suo recente libro "Sii te stesso a modo mio", Matteo Lancini, un noto psicologo dell'adolescenza, ha analizzato la condizione degli adolescenti nell'epoca della società postnarcisistica. In questa società, l'individuo è posto al centro di tutto, ma è anche sempre più fragile e insicuro. Questo genera una serie di aspettative contraddittorie nei confronti dei ragazzi, che si trovano a dover corrispondere a modelli idealizzati e irrealistici.

L'autore sostiene che la famiglia, la scuola e gli stessi adulti sono spesso responsabili di questa situazione. La famiglia postnarcisistica, infatti, è focalizzata sull'espressione dei bisogni e dei desideri dei figli, ma spesso non è in grado di offrire loro un adeguato sostegno emotivo. La scuola, invece, è ancorata a modelli tradizionali che non rispondono alle esigenze delle nuove generazioni. Gli adulti, infine, sono spesso fragili e incapaci di fornire ai ragazzi un esempio positivo.

Tutto questo si traduce in una serie di difficoltà per gli adolescenti. Essi si sentono spesso confusi, inadeguati e soli. Possono sperimentare emozioni negative come la vergogna, l'ansia, la tristezza e la rabbia. In alcuni casi, questi disagi possono sfociare in comportamenti problematici, come l'autolesionismo, il ritiro sociale, il bullismo, la violenza o l'abuso di sostanze.

L'autore propone una serie di soluzioni per migliorare la condizione degli adolescenti. Innanzitutto, è importante che la famiglia e la scuola offrano ai ragazzi un ambiente sicuro e accogliente, in cui possano sentirsi liberi di esprimere la propria unicità. È inoltre necessario che gli adulti siano più consapevoli delle proprie fragilità e delle loro aspettative irrealistiche. Infine, è fondamentale che la società promuova un modello di individualità più sano e più rispettoso dell'altro.

In particolare, la scuola può svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere la crescita degli adolescenti. Innanzitutto, è necessario che la didattica sia più inclusiva e che tenga conto delle diverse esigenze degli studenti. È inoltre importante che la scuola promuova l'uso delle nuove tecnologie, che possono essere un prezioso strumento di apprendimento e di espressione personale. Infine, è necessario che la scuola sia un luogo di ascolto e di supporto emotivo, in cui gli adolescenti possano sentirsi accolti e compresi.

La società postnarcisistica rappresenta una sfida per tutti, ma soprattutto per gli adolescenti. È importante che gli adulti siano consapevoli di questa sfida e che si impegnino per creare un mondo più accogliente e più rispettoso delle nuove generazioni.

Alcune proposte concrete per migliorare la scuola

In base alle riflessioni contenute nel libro, si possono formulare alcune proposte concrete per migliorare la scuola e renderla più rispondente alle esigenze degli adolescenti.

  • Abbattere le barriere tra scuola e vita reale. La scuola deve essere più in contatto con il mondo reale, con le sue esigenze e le sue sfide. Questo significa, ad esempio, promuovere l'uso delle nuove tecnologie, che possono essere un prezioso strumento di apprendimento e di espressione personale.
  • Promuovere l'inclusività e la diversità. La scuola deve essere un luogo accogliente e inclusivo, in cui tutti gli studenti, a prescindere dalle loro differenze, si sentano accolti e valorizzati.
  • Favorire l'autonomia e la responsabilità. La scuola deve aiutare gli studenti a sviluppare la loro autonomia e responsabilità, preparandoli ad affrontare le sfide della vita adulta.
  • Promuovere l'apprendimento attivo e collaborativo. La scuola deve promuovere l'apprendimento attivo e collaborativo, in cui gli studenti sono protagonisti del loro processo di apprendimento.
  • Fornire supporto emotivo e psicologico. La scuola deve fornire supporto emotivo e psicologico agli studenti, che possono sperimentare emozioni negative come la vergogna, l'ansia, la tristezza e la rabbia.

Queste sono solo alcune delle possibili soluzioni, ma è importante che la scuola si impegni a trovare nuove modalità di apprendimento e di relazione che siano più rispondenti alle esigenze degli adolescenti.