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domenica 3 agosto 2025

Franco Basaglia: l’uomo che ha aperto le porte dei manicomi

Introduzione

Franco Basaglia è stato uno degli intellettuali italiani più importanti del secondo dopoguerra, e sicuramente il più influente nel campo della psichiatria. La sua battaglia per i diritti dei malati mentali non è stata solo una riforma sanitaria, ma una vera e propria rivoluzione culturale. Attraverso opere come L’istituzione negata e La maggioranza deviante, Basaglia ha denunciato con forza la violenza nascosta nelle istituzioni totali, come i manicomi, e ha lottato per restituire dignità e libertà a chi era stato escluso dalla società. Ma chi era davvero Basaglia, e cosa possiamo imparare oggi dal suo pensiero?

Sviluppo

Franco Basaglia nasce a Venezia nel 1924. Dopo la laurea in medicina e una specializzazione in psichiatria, inizia a lavorare in alcuni ospedali psichiatrici italiani. È lì che si scontra con una realtà sconvolgente: i malati vengono trattati più come detenuti che come persone, legati ai letti, isolati, spogliati della loro identità. Basaglia capisce che il problema non è solo la malattia mentale, ma il modo in cui la società reagisce ad essa. Così comincia la sua battaglia.

Nel 1961 diventa direttore del manicomio di Gorizia, dove avvia un processo radicale: abolisce le camicie di forza, apre i reparti, coinvolge i pazienti nelle decisioni. Questo esperimento è raccontato nel libro collettivo L’istituzione negata (1968), in cui Basaglia e i suoi collaboratori mostrano come il manicomio non curasse, ma annientasse la persona. La follia, per Basaglia, non era solo una questione clinica, ma anche politica: chi è diverso, chi disturba le regole del vivere comune, viene escluso, rinchiuso, dimenticato.

Nel libro La maggioranza deviante (1971), Basaglia approfondisce questo tema: la società crea delle norme su ciò che è “normale” e ciò che non lo è, e chi non rientra in queste categorie viene etichettato come deviante. Ma spesso non sono i “malati” ad avere qualcosa che non va: è la società stessa a essere ingiusta, repressiva, incapace di accogliere la diversità.

La sua idea non è quella di negare la sofferenza psichica, ma di mettere in discussione un sistema che, invece di curare, punisce e isola. Secondo Basaglia, la vera guarigione passa dal rispetto, dall’ascolto, dalla libertà. Questo pensiero porta nel 1978 all’approvazione della Legge 180, nota anche come Legge Basaglia, che abolisce i manicomi in Italia: un cambiamento epocale, il primo del genere in Europa.

Conclusione

Franco Basaglia è stato molto più di uno psichiatra: è stato un difensore dei diritti umani, un pensatore coraggioso, un uomo che ha messo in discussione il potere nascosto nelle istituzioni. Oggi, in un mondo che tende ancora a escludere chi è fragile, diverso o in difficoltà, il suo messaggio è più attuale che mai. Ci ricorda che la vera civiltà si misura da come trattiamo i più deboli, e che non può esserci salute mentale senza giustizia, rispetto e libertà.