lunedì 28 luglio 2025

I bisogni secondo Ágnes Heller: un orientamento per la vita di oggi

Negli anni Settanta la filosofa ungherese Ágnes Heller ha elaborato una teoria dei bisogni ispirata al pensiero del giovane Karl Marx. Secondo Heller, i bisogni non sono tutti uguali e non sono nemmeno fissi per sempre: cambiano nel tempo perché sono determinati dalla storia e dalla società in cui viviamo.

Esistono innanzitutto i bisogni primari, cioè quelli necessari alla sopravvivenza: mangiare, bere, ripararsi dal freddo, dormire. Questi sono universali e non dipendono dalle mode o dall’epoca.

Accanto a essi, però, l’evoluzione della società fa nascere bisogni più complessi: il bisogno di istruirsi, di comunicare, di esprimere la propria personalità, di creare. Questi possono arricchire la vita e sviluppare l’individuo. Heller li considera bisogni autentici perché aiutano le persone a crescere, a diventare più libere e più consapevoli.

Non tutti i bisogni che sentiamo, però, sono autentici. In una società capitalistica molti desideri sono indotti, cioè creati dal mercato per spingerci a consumare di più. Questi sono i bisogni alienati: ad esempio, il bisogno di avere sempre l’ultimo modello di telefono, di vestire secondo la moda anche se non ci serve, di accumulare oggetti che non migliorano davvero la nostra vita.

Per distinguere tra bisogni autentici e alienati, Heller riprende due concetti di Marx:

  • Valore d’uso: un bene o un’attività hanno valore d’uso quando soddisfano un bisogno reale e portano un beneficio concreto.

  • Valore di scambio: un bene è cercato non perché serve, ma perché ha un prezzo, uno status o un prestigio sociale.

Secondo Heller, per costruire una vita equilibrata bisogna imparare a riconoscere quali desideri nascono da noi stessi e quali invece ci vengono imposti dall’esterno. Non è facile, perché la pubblicità e i social ci spingono continuamente verso il consumo, ma fermarsi a riflettere su ciò che ci serve davvero può renderci più liberi.

Oggi, questa teoria può ancora essere utile ai ragazzi: invita a non seguire ciecamente le mode e a chiedersi se ciò che vogliamo ci aiuta a diventare più autonomi, più creativi, più capaci di relazioni autentiche. In un mondo che propone continuamente nuovi oggetti e nuove “necessità”, riscoprire la differenza tra bisogni veri e bisogni indotti può essere un atto di libertà personale.

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