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venerdì 16 maggio 2025

Apollineo e dionisiaco: perché la realtà non si lascia catturare solo dalla ragione


Viviamo in un tempo in cui la conoscenza è a portata di mano. Grazie alla scuola, alla scienza, alla tecnologia e ai mezzi di comunicazione, possiamo spiegare molti fenomeni della natura, della società e perfino della mente umana. Questa capacità di comprendere e ordinare il mondo è una conquista straordinaria. È ciò che i Greci chiamavano apollineo, in onore del dio Apollo: simbolo di chiarezza, misura, armonia, razionalità.

Tuttavia, c’è un rischio in tutto questo: abituarsi a pensare che ciò che non si può spiegare logicamente non abbia valore. Che l’unica realtà vera sia quella che possiamo analizzare, catalogare, definire. Eppure, chiunque abbia vissuto un forte turbamento emotivo, un’esperienza artistica intensa, un sogno che lascia senza parole, o anche solo un momento di vertigine davanti alla bellezza o al dolore, sa che esiste qualcosa che sfugge alle spiegazioni.

C’è una parte della realtà – e dell’essere umano – che è misteriosa, ambigua, contraddittoria. I Greci la chiamavano dionisiaca, dal dio Dioniso: simbolo di estasi, caos creativo, perdita del controllo, immersione nei sentimenti e nell’inconscio. Questa parte non si può racchiudere in una formula o in una definizione. È viva, disordinata, eppure profondamente vera.

Molti studiosi, intellettuali e personaggi pubblici tendono invece a restare solo sul piano apollineo: quello della logica, della correttezza formale, delle spiegazioni razionali. Ma così facendo rischiano di offrire una visione parziale del mondo. Finiscono per aderire a narrazioni già pronte, rassicuranti, e si allineano al pensiero dominante, rinunciando a esplorare ciò che non è prevedibile o facilmente dicibile.

Eppure, se vogliamo davvero conoscere noi stessi e il mondo, dobbiamo accettare anche il lato dionisiaco della vita: quello fatto di dubbi, emozioni forti, esperienze che ci mettono in crisi. Solo integrando queste due dimensioni – ordine e caos, luce e ombra – possiamo diventare persone più complete, critiche e autentiche.

In conclusione, la realtà non è fatta solo di ciò che possiamo capire razionalmente. C’è un’“abbondanza del reale” che non si lascia catturare dalle sole spiegazioni logiche. Per questo è importante non accontentarsi delle risposte facili, ma restare aperti anche al mistero, all’ambiguità, alla complessità dell’esistenza. Non è un limite: è ciò che rende la vita degna di essere vissuta e esplorata.