lunedì 8 luglio 2024

L'importanza dell'inazione e della vita contemplativa

Viviamo in una società che valorizza molto l'azione e il lavoro. Sembra che la nostra vita debba essere sempre piena di attività, come se non fare nulla fosse un difetto da correggere immediatamente. Questa continua attività ci rende sfruttabili, sempre occupati e mai fermi. Stiamo dimenticando l'importanza dell'inazione, che non è solo una mancanza di fare qualcosa, ma una parte essenziale della nostra esistenza.


L'inazione ha una sua logica, un suo linguaggio, un suo ritmo, una sua bellezza e perfino una sua magia. Non è una debolezza, ma una forza. Purtroppo, nella nostra società focalizzata sulla performance, non riusciamo a capirla né a valorizzarla. Viviamo in un mondo dove l'attività è considerata il centro di tutto, mentre l'inazione è vista solo come "tempo libero", un momento per recuperare le energie per poi tornare a lavorare. In realtà, questo "tempo libero" non è veramente libero; serve solo a prepararci per la prossima attività.


Il vero tempo libero, quello che è veramente nostro, è sparito. Un tempo, le persone sapevano godersi la calma, la festa, la contemplazione. Oggi, il nostro "tempo libero" è spesso solo un tempo morto che cerchiamo di riempire per evitare la noia. Ma l'inazione, quella vera, è una forma preziosa e intensa di vita. È solo attraverso l'inazione che possiamo davvero vivere, non solo sopravvivere.


Nella nostra cultura del lavoro, persino il tempo libero è diventato funzionale alla produzione. La nostra vita intensa è definita dal lavoro e dal consumo, dimenticando che l'inazione, che non produce nulla, è una delle forme più intense e preziose di vita. Senza momenti di pausa o di riflessione, la nostra attività diventa cieca, senza direzione.


Il silenzio dà profondità alle parole. Senza silenzio, la musica diventa solo rumore. Giocare, senza uno scopo preciso, è la vera essenza della bellezza. Se ci concentriamo solo sul raggiungere obiettivi, la vita diventa una mera sopravvivenza, simile a quella degli animali. È l'inazione che dà splendore alla vita. Senza inazione, diventiamo come macchine che devono solo funzionare.


L'azione è importante per la Storia, ma la cultura nasce dalla festa, dalla decorazione, non dalla guerra. Le divagazioni, gli eccessi e le deviazioni formano la cultura, non le azioni mirate a un obiettivo preciso. La cultura è ciò che ci fa vedere la vita come qualcosa di più della semplice sopravvivenza.


Il capitalismo trasforma tutto in merce, anche la festa, facendola diventare un evento senza contemplazione. Le vere comunità spariscono e rimangono solo le "community", gruppi di consumatori isolati. Le "community" non generano un autentico "Noi", ma sono spesso lo spazio dove alcuni influencer promuovono se stessi, ancora in una logica di produzione, consumo e profitto.


La comunicazione digitale ha accelerato la trasformazione del tempo in merce. Anche il lusso, che rappresentava un'intensità di vita, viene consumato e perde il suo splendore. Il vero lusso, simbolo di felicità pura, viene distrutto dall'efficienza e dalla funzionalità, che sono solo forme di sopravvivenza.


La felicità vera si trova nelle cose inutili, senza scopo, nel camminare lentamente senza fretta. L'inazione è il cuore della felicità. È il momento in cui ci dedichiamo a qualcosa senza uno scopo preciso. È il momento in cui possiamo veramente ascoltare e sperimentare.


Il sonno e il sogno sono luoghi di verità. Solo nell'inazione possiamo cogliere la verità delle cose. L'attività e l'agire ci permettono solo di toccare la superficie delle cose. L'inazione, invece, ci fa entrare in profondità.


Viviamo in un'epoca di fretta, dove tutto deve essere fatto subito. Non abbiamo più la pazienza di aspettare, di lasciare che le cose maturino. Le nostre azioni diventano reazioni, le esperienze diventano eventi, i sentimenti diventano emozioni forti. Senza inazione, perdiamo la capacità di fare esperienza, di capire veramente la realtà.


In conclusione, l'inazione è essenziale per la nostra esistenza. Senza di essa, diventiamo macchine che devono solo funzionare. Solo l'inazione ci permette di vivere veramente, di capire la verità delle cose, di fare esperienza. Dobbiamo riscoprire l'importanza dell'inazione e della vita contemplativa per dare un senso più profondo alla nostra esistenza.

Riferimenti bibliografici:

Byung-Chul Han, Vita contemplativa o dell'inazione, Milano, Nottetempo, 2023

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