L’identità è ciò che ci rende unici e diversi dagli altri. Non è una cosa che abbiamo già pronta dentro di noi fin dalla nascita, ma qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, attraverso le esperienze, le relazioni e le scelte che facciamo.
Secondo la psicologa Anna Oliverio Ferraris, l’identità è un processo dinamico e complesso. Non si tratta di un “contenitore” fisso, ma di un continuo diventare, che si evolve con il tempo. Non siamo mai completamente “finiti” o “definiti” come persone, ma cambiamo in base a ciò che viviamo e impariamo.
Durante l’adolescenza, questo processo è particolarmente importante e delicato. È in questo periodo che iniziamo a cercare risposte a domande fondamentali: “Chi sono? Che persona voglio essere? Quali valori voglio seguire?”. L’adolescenza è spesso un momento di crisi e di confusione perché l’identità è ancora “in costruzione”. Ferraris spiega che è normale mettere in discussione le proprie idee e sperimentare ruoli diversi, per capire cosa ci rappresenta davvero.
Non solo le esperienze personali sono importanti, ma anche il contesto sociale e culturale in cui viviamo. La famiglia, gli amici, la scuola e la società ci influenzano molto. Attraverso le relazioni con gli altri impariamo a conoscerci meglio e a definire chi siamo. In questo senso, l’identità non è solo qualcosa di individuale, ma anche qualcosa di “relazionale”.
Altri autori come Erik Erikson, uno psicologo famoso per il suo lavoro sullo sviluppo umano, parlano di “crisi di identità” durante l’adolescenza come momento necessario per crescere. Superare questa crisi significa riuscire a costruire una propria identità solida, che ci permette di affrontare la vita con maggiore sicurezza.
In conclusione, l’identità non è un dato fisso, ma un cammino che dura tutta la vita. Costruirla richiede tempo, impegno e coraggio. È importante accettare anche i momenti di dubbio e cambiamento, perché fanno parte del processo. Solo così possiamo diventare davvero noi stessi.
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