Far amare la lettura: una sfida possibile per la scuola
Si ripete spesso che i giovani non leggono, che “odiano i libri” o che considerano la lettura noiosa, inutile, distante dalla loro vita reale. Ma è davvero così? O forse il problema non è nei ragazzi, ma nel modo in cui la lettura viene proposta, spesso imposta, senza lasciare spazio al gusto, alla curiosità, alla scoperta personale?
La scuola, se vuole davvero formare lettori, deve smettere di concepire la lettura come un dovere scolastico da assolvere per il voto e iniziare a proporla come un’esperienza che arricchisce, emoziona e fa crescere. Leggere non serve solo per migliorare il lessico o la scrittura: è uno strumento potente per conoscere sé stessi e il mondo. Le storie parlano delle nostre paure, dei nostri desideri, delle nostre domande. Chi legge non è mai solo.
Ma come può la scuola accendere questo interesse? Innanzitutto, lasciando più libertà di scelta. Un ragazzo che può scegliere tra più titoli – magari legati ai suoi gusti, interessi o esperienze – sarà più motivato a leggere. I classici della letteratura sono importanti, ma vanno accompagnati da testi contemporanei, vicini alla sensibilità degli adolescenti. Il dialogo tra passato e presente è ciò che può renderli vivi.
In secondo luogo, è fondamentale leggere insieme. La lettura condivisa, ad alta voce o in piccoli gruppi, crea comunità e coinvolgimento. Un libro letto da soli può diventare molto più ricco se se ne parla con altri. Le “biblioteche di classe”, i circoli di lettura scolastici, le recensioni creative (sotto forma di video, podcast, disegni, meme) sono strumenti validi per rendere la lettura un’esperienza attiva, non passiva.
Un ruolo decisivo lo ha anche l’insegnante-lettore. Un docente che legge per piacere, che racconta i libri che ama con passione, che si emoziona davanti a una pagina ben scritta, può essere contagioso. I ragazzi captano l’autenticità, e nulla è più efficace del buon esempio.
Infine, la scuola potrebbe collaborare con biblioteche, librerie, autori e festival letterari, portando i ragazzi a incontrare i libri nei luoghi in cui vivono davvero, e non solo tra i banchi. Un incontro con uno scrittore o una visita a una fiera del libro possono lasciare un segno profondo.
In conclusione, leggere non è un obbligo da sopportare, ma un diritto da scoprire. La scuola ha il compito – e l’opportunità – di creare le condizioni perché questo incontro avvenga. Non tutti diventeranno lettori forti, ma tutti hanno il diritto di sapere che esiste un mondo silenzioso, fatto di parole e pensiero, che può cambiare la vita.
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