lunedì 9 agosto 2010

I mass media

Se c'è un fenomeno che caratterizza la nostra epoca è il bombardamento vertiginoso di informazioni cui siamo quotidianamente sottoposti, destinato con gli anni ad aumentare ulteriormente.
Secondo me, ciò va interpretato favorevolmente: il cervello umano, per svilupparsi e per mantenersi in perfetta forma, agile e flessibile, ha bisogno di stimoli, il più variati possibile.
Ed è ciò che ci consente la fruizione diffusa di quotidiani, libri, riviste, pubblicazioni di vario genere, ma anche cd, cd-rom, film, audio e videocassette, televisione e per ultimo, ma non ultimo per importanza, il computer e la "rete delle reti": Internet.
Mai come oggi è consentito alle masse di appagare la loro sete di conoscenza, mai come ora è a disposizione di tutti la possibilità di completare in autonomia la propria formazione culturale e professionale, soddisfare le proprie curiosità, usare il tempo libero in modo creativo e gratificante, partecipare "da vicino" e "in diretta" agli avvenimenti internazionali.
Certo esiste anche chi critica questo stato di cose, chi depreca che mai come oggi le masse siano narcotizzate da programmi televisivi che mirano allo stordimento e da pubblicazioni che incitano al conformismo consumista.
Spesso poi la pletora di informazioni, talvolta contraddittorie, e le immagini violente che arrivano nelle nostre case finiscono per disorientarci, per angosciarci, per destabilizzarci a causa di quella che è definita "ansia da informazione".
Sono critiche di cui è lecito tener conto.
E' vero: molti di noi hanno smarrito la preziosa capacità dell'introspezione, di fermarsi a riflettere in silenzio, di ascoltarsi, di formarsi un giudizio nella quiete di un'attenta meditazione personale; forse molti hanno abdicato per sempre al proprio spirito critico e abbracciano le idee professate di volta in volta dall'opinion-maker di turno.
Personalmente tendo a dubitare che in epoche storiche passate l'indipendenza e sicurezza di giudizio fossero qualità diffuse a vari strati della popolazione. Probabilmente soltanto un'elite di aristocratici o di studiosi era in grado di farsi un'idea precisa delle cose e del mondo.
Ciò non toglie che hanno perfettamente ragione coloro che, per esempio, sostengono che la televisione, almeno quella pubblica, dovrebbe proporre spettacoli più educativi, dovrebbe stimolare il pubblico alla visione di programmi che sollecitino la riflessione attiva.
Senza parlare del cinema che spesso produce film di una comicità becera e inconcludente.
Ma più che una mano occulta, più che un complotto delle multinazionali a danno dei cittadini, dietro questi spettacoli e il loro successo stanno i gusti del pubblico, che sono spesso diversi da quelli ipotizzati dagli intellettuali, che prendono probabilmente se stessi a modello.
Trovo profondamente sbagliato riferirsi ad uno spettatore tipo che non esiste, idealizzare gli uomini, che sono quelli che sono e spesso preferiscono la partita di calcio ad un dramma di Shakespeare, Panariello a Pirandello.
Dobbiamo imparare a convivere con i chiaroscuri che riguardano le umane vicende e abbandonare talvolta le belle illusioni prodotte dal cielo delle utopie.
L'importante è che l'offerta "culturale" arrivi a tutti secondo le loro necessità e i loro desideri.
L'industria culturale che produce i quiz un po' "scemotti" è quella stessa che consente di leggere i capolavori della letteratura mondiale a poco prezzo, quella che mette alla portata del nostro portafoglio la musica classica o il cinema di autore.
Pur con tutti i limiti e le critiche possibili, la nostra epoca mette a disposizione una vasta gamma di opportunità da cui scegliere.
La diffusione del computer e di Internet rappresenta un po' la sintesi della situazione contemporanea.
Il computer permea ormai le nostre vite, è strumento di divertimento e di lavoro, di studio e di gioco. Il suo funzionamento, preciso, matematico, ha finito per influenzare il nostro modo stesso di ragionare e di giudicare.
Per quanto riguarda Internet, è un mezzo che stimola l'interattività e la partecipazione attiva e, se è vero che i siti di maggior successo sono spesso quelli "stupidotti" sulle barzellette o quelli erotici, ciò non toglie che siano a portata di clic siti di biblioteche, università, quotidiani autorevoli, enti umanitari, ecc.
Ciascuno è libero di scegliere secondo le proprie inclinazioni, il proprio sviluppo emotivo e culturale, la propria storia personale, il proprio senso di responsabilità.
La nostra sarà anche un'epoca di declino e di crisi, ma a mio giudizio ricca di opportunità per tutti.

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